Qualche tempo fa ho avuto bisogno di cercare qualcuno che sapesse darmi qualche spunto per alcuni articoli sulla città di Venezia, e inizialmente mi sono trovata un pò in difficoltà perché i primi approcci che ho avuto con la laguna, non sono stati molto positivi. Non ho mai avuto modo di conoscere qualcuno che sapesse farmi vivere Venezia in modo positivo ed emozionante. Ma il viaggio a New York di capodanno è stato illuminate! Marco, mi aveva parlato di una sua amica che lavora come Guida Turistica a Venezia, e io, con la mia solita sfacciataggine, ho chiesto di poterla incontrare. Il risultato sono state quasi tre ore di chiacchierata su Venezia, Viaggi, Arte, Studi, che hanno portato alla produzione di una serie di articoli che troverete presto sul blog. Ma prima di raccontarvi di Venezia, mi sembrava giusto raccontarvi di Sara, colei che ha saputo farmi amare Venezia solo attraverso ai suoi racconti.
Dove sei nata e che percorsi di studio hai fatto?
“Sono nata a Montagnana il 14/10/1981, la mia famiglia è per metà padovana, e per metà rodigina. Ho sempre avuto una passione per la Storia dell’Arte e già a 12 anni impazzivo per i musei. Dopo il Liceo Scientifico ad indirizzo Linguistico, la scelta dell’università è stata facile, quasi ovvia: Ca’ Foscari, Conservazione dei Beni Culturali. Ho conseguito la prima laurea nel 2003, e ho proseguito con la specializzazione in Storia dell’Arte, terminata nel 2005.”
Quale è stato l’approccio al mondo del lavoro dopo gli studi?
“Già mentre frequentavo l’università sentivo di volermi rendere il più indipendente possibile dai miei genitori, che con grande amore e generosità non mi hanno mai fatto mancare nulla; sentivo che cercare un lavoro li avrebbe resi fieri, li avrebbe sgravati dai primi oneri nei miei confronti. Inoltre avrei dimostrato la mia buona volontà. Ho fatto di tutto, perfino la comparsa cinematografica! Ma il primo vero lavoro l’ho avuto con l’Orient Express. Ho sempre parlato bene sia l’inglese che il francese, e ho pensato di sfruttare la bella presenza per ottenere un posto da hostess di terra. Mi occupavo dei transfert da/per stazione agli arrivi e partenze del treno, 1/2 volte a settimana, 8 mesi l’anno. Così ho scoperto di apprezzare il lavoro in ambito turistico, gettandomi nella mischia. Dopo 3 anni, e diverse promozioni di ruolo, ho deciso di provare a lavorare per un agenzia ancora più impegnativa, la Bucintoro viaggi. Avevano anche 200 transfert al giorno, ed è solo grazie a loro che ho imparato l’arte del coordinamento e come mantenere sempre la calma!”
Come sei diventata una guida turistica?
“Nel 2007 ho ottenuto prima la qualifica di accompagnatore turistico: per l’esercizio di questa professione è necessario un patentino che si ottiene previo esame, e l’apertura di una partita iva. Ho iniziato a lavorare in proprio e nel giro di 3 anni mi sono fatta conoscere specializzandomi nella gestione degli eventi, lavorando per esempio con i principali sponsor della mostra del cinema e nell’assistenza durante i tour. E’ stato affiancando le guide turistiche di Venezia che ho capito come riuscire a conciliare i miei studi universitari con l’ambito lavorativo nel quale ero già ben inserita. Il cammino verso l’ambito patentino di guida è stato lungo, e faticoso. Oggi le regole sono cambiate, e purtroppo sono anche confuse; ad ogni modo ho studiato moltissimo per conseguire questo titolo, e sostenuto un esame orale in italiano, inglese e francese, superati i quali ho ottenuto l’abilitazione di Guida Nazionale. Ma la salita era appena iniziata: quello che si studia ai fini del superamento di un esame non ha nulla a che vedere col tipo di studio che serve per rendere una visita guidata interessante e accattivante, soprattutto perché l’audience cambia ogni giorno.”
Quanti anni hai vissuto a Venezia, e perché vivere a Venezia ti ha aiutato nella tua professione?
“Ho vissuto a Venezia 16 anni; ergo per un veneziano io mai e poi mai potrò definirmi veneziana (conditio sine qua non? Essere nati a Venezia centro storico), e i puristi del mestiere diranno che 16 anni sono nulla rispetto ad una vita intera. Forse hanno pure ragione, ma parafrasando una celebre frase di Gertrude Stein: l’Italia è il mio paese, e Venezia la mia città. Mi è entrata nel cuore da bambina, e l’ho scelta da adulta. Oggi Vivo a Rovigo con la mia famiglia, ma sono in laguna tutti i giorni, e nonostante gli anni che passano, la sensazione che ogni singola pietra abbia una storia da raccontare, continua ad esaltarmi. Io sento questa città e proprio perché la amo così tanto, sono fiera di esserne (nel mio piccolo) ambasciatrice.”
Se dovessi indicare quel qualcosa che preferisci in assoluto di Venezia, cosa sceglieresti?
“Dovendo scegliere un luogo senza dubbio direi Ca’ Venier dei Leoni, alias la casa di Peggy Guggenheim. Adoro Peggy, più che una donna era un’icona: l’ultima residente a Venezia a possedere una gondola con gondoliere privato. Una collezionista dotata di vero senso artistico, oltre che degli affari. Ma quello che preferisco di Venezia riguarda certamente la sfera delle emozioni, in particolare quella dolce sensazione di essere a casa. A differenza di un nativo veneziano io poi posso dire esattamente quando mi sono innamorata di questo posto: il luglio del 2002. Era la prima volta che vedevo i fuochi per la festa del redentore, ed è stato quella sera tra gli amici e barche, tra le risate e i bicchieri di vino, che mi sono guardata intorno e ho pensato “quanta vita in questo posto, voglio che sia mio per sempre”. E così, per quante sventure io abbia avuto nella vita, mi rimaneva sempre lei. “E’ andata così, pazienza. – mi dicevo – Mi resta ancora Venezia”. E ancora oggi questa sensazione non mi abbandona.”
Che rapporto hai con i viaggi? Dove sei stata?
“Adoro viaggiare! Da quando dispongo dei mezzi economici per farlo, non mi sono mai fatta mancare i miei 3 viaggi all’anno, e devo dire che la vita mi ha davvero sorriso quando ho conosciuto mio marito che ama viaggiare tanto quanto me. Insieme abbiamo visitato 16 paesi stranieri! Ma la passione per i viaggi è iniziata quando ero piccola, grazie ai miei genitori ho potuto vedere tutti i più bei posti d’Italia e del Mediterraneo. Ho visitato quasi tutte le capitali Europee, e dopo essermi dedicata ai Musei più belli del mondo, ho sentito un richiamo ancora più forte, ovvero quello della natura. Con orgoglio posso dire di aver visto l’alba nel deserto in Egitto, l’aurora boreale in Islanda, il tramonto dalla cima di un vulcano alle Hawaii, ho fatto il bagno con le tartarughe marine, ho camminato tra le verdi colline d’Irlanda, ho nuotato nei mari più azzurri che si possano immaginare.”
Sono di parte, faccio la guida turistica. Mi domando: come si può vivere senza viaggiare?!
Che rapporto hai con il design? Cos’è per te?
“Ignoravo quanto fosse seducente il mondo del Design, ho sempre pensato fosse quel tipo di interesse che può davvero appassionare solo architetti, arredatori, e studiosi del settore: gente altamente qualificata. Poi ho visitato Danimarca e Svezia. Mi sono scoperta incanta di fronte a tutti quei negozi high-tech, e a quelle vetrine così semplici e così lussuose allo stesso momento. Case meravigliose, senza tende, con luci soffuse, dove lo Hygge regna sovrano, dove il design arreda e completa, dove tutto appare semplice, di buon gusto, fine, pulito. Io e mio marito ne siamo rimasti talmente incantati da aver spesso fantasticato di farne il nostro nido per la pensione (più o meno tra 60 anni!). In fondo il design può essere a tutti gli effetti considerato la più mutevole e innovativa delle arti contemporanee, con un vantaggio non indifferente rispetto ad altre forme artistiche: è più immediato, fruibile, intellegibile.”
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