Speakeasy: locali segreti dal sapore proibito.

Speakeasy

Il termine Speakeasy, che significa letteralmente “parlare piano”, veniva utilizzato per definire quei locali che vendevano illegalmente bevande alcoliche. Questi esercizi commerciali trovarono l’apice della loro espansione durante il periodo del proibizionismo, ovvero tra il 1920 e il 1933, quando la vendita e la produzione di bevande alcoliche era illegale in tutti gli Stati Uniti d’America.

Ma da dove deriva il nome Speakeasy? La storia narra di una certa Kate Hester che aveva in gestione un saloon appena fuori Pittsburgh, che si rifiutò di pagare la tassa statale per le nuove licenze da saloon che da 50 dollari erano salite a 500, continuando incurante la sua attività. Per evitare che la vendita illegale di alcolici potesse essere motivo di attenzione da parte della polizia, pare che ogni volta che i suoi clienti, in preda all’alcol, diventavano troppo turbolenti, lei li zittiva sussurrando loro “speak easy boys!”. Ma esiste anche una teoria secondo cui era semplicemente il modo che un cliente doveva avere ordinando una bevanda alcolica: il barista avrebbe detto ai clienti di stare tranquilli e di parlare sottovoce.

Nella storia, comunque, gli Speakesy mantennero viva la loro importanza, tanto che spesso erano utilizzati come abitazioni o uffici di gangster che facevano fortuna con i liquori o con la birra. Da sempre posizionati nei quartieri o nelle vie più nascoste, spesso erano “basement”, ovvero seminterrati che venivano allestiti a bar. Quasi sempre, quindi la struttura del locale prevedeva volte in mattoni, pietra a faccia vista e arredi essenziali. Importante era che il volume fosse molto basso, per non destare sospetti.

Dopo il 1933 tutti i locali tornarono in superficie e il concetto di Speakeasy venne abbandonato, fino ai giorni nostri. Infatti è proprio di questi ultimi anni la diffusione di nuovi locali segreti a causa del fascino suscitato da tutto ciò che è nascosto, segreto o per pochi intimi. Hanno cominciato a svilupparsi in ogni parte del mondo compresi in Italia. (Vi rimando a questo articolo di Alessandro Ricci per scoprire dove si trovano.) A New York c’è ormai l’imbarazzo della scelta, e si possono reperire gli indirizzi anche su Tripadvisor. Ma senza ombra di dubbio, la ricerca del locale è la parte migliore del gioco: spesso infatti gli Speakeasy sono nascosti dietro ad altre attività che possono avere carattere completamente diverse da quelle di bar. E’ inoltre difficile riuscire ad entrare, in quanto spesso sono locali molto piccoli, ma soprattutto perché i turisti non sempre sono ben visti in quanto si predilige una clientela locale che, tendenzialmente, può tornare spesso.

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Interior Designer, Operatrice del Turismo Culturale, Artista

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