Al 335 della Bowery, nel quartiere di Noho, Manhattan, si trova un hotel di fama internazionale, che prende il nome dalla strada su cui si trova. Si tratta del primo hotel di lusso della zona tra l’East Village e Lower East Side, vicinissimo a Soho, Nolita e Union Square: The Bowery Hotel.
Bowery è uno dei primi insediamenti della città, che sorta ai margini del porto, come quartiere dei marinai e degli immigrati appena arrivati negli stati Uniti. Man mano che le loro vite crescevano, gli immigrati si spostavano più a nord, lasciando il posto ai nuovi arrivati. Nella seconda metà dell’800 era zona di gang e prostituzione, ma anche di teatri che divennero così famosi da concorrere con Broadway. Zona simbolo della depressione economica degli anni 20-30, divenne poi famosa, verso il 1950, per il CBGB, locale punk dal quale emersero i Blondies, i Ramones, Talking Heads e Patty Smith.
L’edificio fu eretto inizialmente senza una chiara definizione architettonica ed era una sorta di torre zincata che non venne terminata. Solo nel 2004, Goode e McPherson, decisero di acquistare la struttura che, a loro dire era
“fatta di polistirolo, ma aveva una buona struttura ossea”.
I nuovi proprietari hanno deciso quindi di ricoprire di mattoni rossi l’esterno, aggiungendo finestre in stile industriale facendo apparire la struttura più simile alle vecchie fabbriche del quartiere. La forma rimase integra, ma cambiò completamente tutto il resto: l’obbiettivo era quello di far entrate l’edificio nel contesto del quartiere, cercando di seguire il loro gusto per il bello.
Secondo il New York Times “rievoca l’epoca d’oro del groom in giacca rossa” dove per groom si intende il fattorino d’albergo, che di fatto compare rappresentato sul tappeto all’entrata, e di persona ad aprirvi la porta.
La hall è rivestita di pannelli di legno, i bagni di piastrelle bianche, con lavandini di marmo recuperati dal passato, e tappeti orientali dai colori sbiaditi ricoprono i pavimenti di legno scuro delle aree comuni. Lampade in ferro battuto regalano all’atmosfera un sapore spagnolo; il bar è in stile art-decò, con il soffitto a specchio; mentre il living è caratterizzato da un imponente caminetto e da divani soffici di pelle e di velluto, in cui sprofondare.
Un’elegante terrazza si apre verso l’interno, coperta da travature in legno intervallate da vetrate che permettono alla luce del sole di entrare fin dentro l’hotel. Mosaici e ceramiche definiscono gli spazi, sia alle pareti che nei pavimenti, rendendo armonici stili diversi di decorazioni. Di fronte al bar si apre un salottino dalle poltrone rosa antico che si appoggiano su una parete con boiserie di legno scuro terminata con un tessuto finemente ricamato sui toni del verde acqua. Il tutto addobbato da teschi e teste di animali, come a voler ricreare una parete di trofei di caccia, che richiama le antiche abitazioni Inglesi. Un mix di stili, finemente accostati che rendono l’ambiente accogliente, intimo e al contempo moderno.
Le camere godono tutte di una splendida vista su Manhattan, in quanto non vi sono per il momento palazzi più alti che impediscono la vista. Sono ambienti molto luminosi, in quanto sfruttano le vetrate francesi a tutta parete per far entrare la luce, e catturano, nell’arredamento, lo stile classico di New York. Le camere rivolte a Nord offrono una splendida vista sull’Empire State Building direttamente dal letto.
Il ristorante italiano posizionato nella parte frontale dell’Hotel, il Gemma, ha al suo interno una parete di piastrelle smaltate verdi; recuperate dalle strutture esistenti in precedenza.
All’esterno si possono notare le biciclette gratuitamente messe a disposizione dall’hotel per i suoi clienti, utilissime per visitare al meglio i quartieri limitrofi.
Tra gli ospiti più famosi dobbiamo citare Paul McCartney, il sindaco di New York Bloomberg, Yoko Ono, Ralph Lauren e tantissimi altri. L’hotel è citato nella canzone “It ain’t me” di Kygo e Selena Gomez.
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