Quando sei a New York, hai il volo alle 22.20, -14 come temperatura esterna e devi liberare la camera alle 10 della mattina, che fai?
Prima di tutto fai due lacrime perché ti accorgi che é l’ultimo giorno, poi ti organizzi per andare al Met.
Vi devo però raccontare di un unico piccolo inconveniente che abbiamo avuto in mattinata. Infatti l’intenzione era quella di andare a sentire una messa cantata da un coro gospel ad Harlem, e per questo ci siamo messi un viaggio subito dopo colazione. Ma purtroppo, appena siamo arrivati alla chiesa che avevamo scelto, ci è stato detto che non facevano entrare altri turisti. Si, avete capito bene: ci hanno rimbalzato in Chiesa. Ma è anche colpa nostra perchè non eravamo proprio puntuali!
Abbiamo comunque colto l’occasione per fare quattro passi ad Harlem, dove (cosa da non sottovalutare) non tutte le fermate della metro hanno la possibilità di cambiare direzione una volta entrati. Questo ve lo dico perché se state girando la città con una tessera della metro a corse e non un abbonamento, sappiate che se sbagliate entrata, dovrete uscire e timbrare nuovamente il biglietto. Questo errore, potrebbe costarvi caro visto che al momento una corsa della metro costa 2 dollari e 75 centesimi!
Per non perdere la giornata, ci siamo quindi diretti alla nostra meta giornaliera in programma, ovvero il Met.
Il Metropolitan è un museo dalle dimensioni inaffrontabili in solo giorno, tanto che è utile visitarlo in due modi: o scegliendo le cose che maggiormente ci interessano ed evitando il resto, oppure dimezzando la visita magari in due giorni.
A ragione di questo, vi ricordo che il Met è uno di quei musei in cui l’entrata suggerita è di 25 dollari, ma in cui si può entrare ad offerta libera. Per cui vi consiglio di sfruttare la frase ” today I would like to make an offer!” e offrire ciò che ritenete più opportuno, in quanto non sarete mai in grado di visitarlo bene in un solo giorno. Noi, ci siamo divisi, ed io e Cristiano abbiamo puntato sulle zone Greci e Romani; le decorazioni negli arredi degli hotel Parigini, le armature nella storia e l’esposizione temporanea di David Hockney.
Verso le 17, abbiamo iniziato la via del ritorno, passando in hotel a ritirare le valige, prendendo il tanto desiderato Suburban per andare all’aereoporto, e mettendoci in coda per il CheckIn causa un piccolo allagamento del terminal 4 che ha causato dei rallentamenti nelle operazioni di partenza. Ma ormai potevano attendere, non avevamo altro da fare che tornare a casa.