Atterraggio ore 4:40 del mattino.
Ritiro bagagli ore 5:00.
Uscita dall’aeroporto ore 6:30.
Insomma, dopo un volo Venezia – Madrid di tre orette, una corsa per non perdere la coincidenza e un volo Madrid Lima di 11 ore, siamo arrivati.
Scaglio subito una pietra in favore di AirEurope che ci ha proposto una tecnologia all’avanguardia: nel volo intercontinentale i finestrini non avevano la classica finestrella richiudibile a mano, ma vetri oscuranti. Signori e signore la tecnologia che ho proposto un anno fa in un progetto per separare due stanze, ora la ritrovo sull’aereo che mi porta a Lima. Un semplice tasto regola l’intensità dell’oscuramento; sono sbalordita.
Una scelta infinita di film, buoni i pasti, e tutto controllabile dal tablet. Tutto, ma proprio tutto, come anche la luce da lettura.
Ci accoglie una nebbia fitta che qui chiamano “garúa” che ricopre la città per tutto il periodo invernale e che non ha molto di diverso dalla nostra amata nebbia della pianura, se non che é così umida da sembrare nevischio e bagna le strade come se piovesse.
Arriviamo in hotel dopo essere stati accolti da un agente di viaggio che aveva molta voglia di liberarsi di noi; e rimaniamo senza stanza fino alle 12.
Ci siamo concessi prima una colazione poi un’altra e un cambio dollari. Qui i soldi é meglio cambiarli nei “banco de cambio” anche se te lo propongono anche per strada, ma meglio non fidarsi.
È veramente un posto incredibile, l’umidità mantiene la vegetazione verde e rigogliosa; la montagna dai colori scuri si infrange nell’oceano, sembrerebbe un luogo molto naturale, ma voltando lo sguardo compaiono i grattacieli della capitale. Surfisti che ancora con la muta e la tavola sotto braccio risalgono scalzi la montagna per catapultarsi in mezzo al traffico delle auto, campi da tennis costruiti a terrazzamenti per quasi un chilometro, e un parco, quello dell’amore, che riprende in tutto e per tutto Park Guell di Barcellona, questa é Mira Flores, quartiere di Lima.
Una cosa che ci ha sorpreso é stato scoprire tantissimi ristoranti cinesi/giapponesi e documentandoci abbiamo scoperto che proprio a Lima c’é la comunità più grande di Cinesi di tutto il Sud America. Proprio per questo la prima cena l’abbiamo consumata nel ristorante dell’hotel che accoglie anche le colazioni, con una “splendida” decorazione di carpe di almeno 80 centimetri che galleggiano nell’aria al centro della sala. Sembra di stare nel ristorante di Marrabbio di Kiss me Licia, con la finestra della cucina che si apre sulla sala.
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