Il centro di Lima

Non è sicuramente un posto per ragazze dalla piastra facile o dal “liscio perfetto”. L’umidità che caratterizza la città di Lima è persistente, costante e pesante.

Il cielo è grigio in questo periodo, tanto che anche se il sole tramonta alle 16 l’inquinamento luminoso si riflette almeno per un paio d’ore in più.

Le strade sono trafficate e quello che non passa inosservato è l’uso frenetico del clacson. Tutti suonano il clacson per qualsiasi cosa! La guida non è attenta, ma spericolata e non curante del pericolo. Non sono molti i cartelli di stop: qui la precedenza te la prendi, soprattutto nelle ore di punta.

Ma di certo non dimentichi i suoni dei clacson. Costanti e assordanti, persistenti e a volte invadenti; ti entrano nella testa ma non ti abitui. A volte gli autisti suonano così a lungo che ti domandi se ci sia qualcuno che è appena stato investito che non si sposta da terra.

Spostandosi verso il centro storico diventano sempre più frequenti i bus e i collectivos che sono visibilmente rovinati, ma che trasportano un numero imprecisato di persone.

Per gli abitanti di Lima il centro storico ruota attorno alla Iglesia de San Francisco, che naturalmente è divenuta patrimonio dell’unesco assieme al monastero francescano convertito in secondo momento a proprietà del Papa.

La sensazione iniziale è stata quella di aver fatto tanta strada per nulla: a migliaia di chilometri da casa ci hanno raccontato la storia di San Francesco, ma la guida di oggi lo ha fatto in modo così appassionato da coinvolgere chi lo ascoltava e rendere interessante anche una storia che già conoscevamo.

Sempre molto suggestivo è fare il percorso sotto la chiesa chiamato “Catacombe” che in realtà altro non sono che una cripta in cui venivano seppelliti i morti e che ora conserva le ossa dei defunti divise per tipo.

La zona del centro prevede poi il percorso quasi obbligato per la Plaza de armas e il Palacio de Gobierno, passando per il palazzo del presidente e le vie ricche di case dai terrazzi chiusi.

Interessante è stata la visita al Museo del Banco Central de Reserva del Perù che al pian terreno ospita una raccolta di oggetti d’oro di tale valore da essere custoditi in una camera senza finestre con una porta blindata dello spessore di 80 cm. Inoltre, nella pinacoteca, si può facilmente rintracciare un dipinto ad olio di Francisco Canaval che ritrae “L’ hombre con la bottella” che è niente meno che il ritratto di Cristiano.

Ma la cosa migliore è stata leggere che per gli Inca l’oro non era un bene di lusso, ma solo un modo per rappresentare un simbolismo.

“La mentalità occidentale non ha mai compreso che l’oro non era un bene di lusso o commerciale, ma un supporto del simbolismo sociale, politico e religioso.”

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