San Fancisco de Campeche, patrimonio dell’Unesco

La giornata è cominciata con il viaggio a Edznà che abbiamo organizzato con un’agenzia del luogo, dopo aver chiesto all’ufficio informazioni turistiche dove recarci. La Lonley Planet non è così affidabile come pensavo: mi consigliava insistentemente di rivolgermi ad una agenzia che ha chiuso due anni fa. 

Si può comunque prenotare un auto con qualsiasi agenzia di Campeche, che per 400 pesos a testa, ti accompagna al sito di Edznà e attende che tu lo visiti per poi riportarti in albergo.

Da Campeche ci si impiega un ora per arrivare in auto e il biglietto di ingresso costa 55 pesos a testa. 

Il sito è molto poco pubblicizzato, tanto che nella mattina sono entrate solo 10 persone. Io e Cristiano siamo rimasti due ore a girovagare nel verde indisturbati. Prima però di entrare, ho perso una mezz’oretta con il bigliettaio, che mi ha raccontato delle cose molto interessanti del sito, come ad esempio che la città aveva nella elitte del potere una donna, e che è stata costruita in cinque periodi diversi. In sostanza, abbiamo trovato una guida non prevista, a costo zero. 
È un sito veramente meravoglioso, completamente immerso nella natura, e ricco di informazioni sul popolo Maya, che in un paio di ore si visita.

A pranzo siamo ritornati a Campeche dove ci siamo concessi uno spuntino per poi visitare la città. 

Campeche è una città che rientra nel patrimonio dell’Unesco, ed è proprio per questo molto pulita, ordinata, e sicura. 


La Casa numero 6, è una tipica abitazione coloniale, dove si trovano gli arredi e gli oggetti dell’epoca ben diposti e organizzati. Il biglietto costa solo 20 pesos.

Camminando attorno alla piazza si arriva alla Cattedrale che domina maestosa con i due campanili, in uno dei quali è posizionato l’orologio. 

Nella strada retrostante la chiesa, con un entrata nascosta da un cancello metallico, si trova la Mansion Carvajal, un esempio di palazzo coloniale che mantiene le caratteristiche architettoniche e decorative originali. 

Ritornando sulla piazza si trova il Nuovo Museo della Città, che offre la possibilità di vedere tutte le merci che arrivavano da Spagna, Olanda, Portogallo e Inghilterra. Ma se sarete fortunati come lo siamo stati noi, potrete assistere alla proiezione di un video che racconta i sei mesi di viaggio di una flotta mercantile che arrivava a Campeche, il tutto a discrezione del custode della sala.

Abbiamo poi cominciato il percorso lungo le mura della città, che è chiusa all’interno di otto bastoni, ogniuno visitabile e arricchito all’interno da un museo diverso. Ad esempio nel Baluarde de San Carlo si trova il Museo della Città, nel Baluardo de la Soledad, il Museo dell’architettura Maya. Ma è dalla Porta di Terra che si accede alla muraglia e si gode di un panorama stupendo.

Qui la fortuna del giorno è stata incontrare la stessa guida che la mattina era ad Edznà, che qui ci ha accompagnato lungo tutta la fortificazione. 

Non voleva essere pagato, solo la mancia, ma il fatto che si sia aggregato a noi e che abbia voluto raccontarci la storia della città di Campeche non ha avuto prezzo. 

Ci si rende facilmente conto che la città vecchia, il pueblo, rimane all’interno della fortificazione, mentre le costruzioni moderne sono costruite fuori da questo perimetro. 

Campeche, la nuova Spagna, porta tutti i segni delle sue lotte contro i pirati e della colonizzazione Spagnola, ma trasmette al turista un senso di sicurezza, serenità e di adeguatezza. 

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