Alle 6.00 del mattino, dalla stazione Oriente, con un bus della Sur, e 59 pesos a testa, siamo partiti da Merida in direzione Uxmal. Il viaggio è durato un ora e venti.
Il biglietto d’entrata si paga separatamente in due sportelli differenti; prima si pagano 65 pesos governativi, poi il biglietto vero e proprio di 148 pesos.
All’entrata siamo stati fermati da un signore giapponese che ci ha proposto una guida in italiano per 300 pesos. Nonostante non fosse chiaro il motivo per cui ci ha fatto uscire dal parcheggio del sito per accordarci, abbiamo accettato la sua guida, anche sulla base del fatto che la guida del sito sarebbe costata 700 pesos.
Situata sull’unica zona collinare di tutto lo Yucatàn, la città di Uxmal (si pronuncia Uscmal), si trova nella regione Puuc; zona molto fertile dove cominció lo sviluppo della civiltà Maya. Il suo nome potrebbe significare “3 volte costruita” o “raccolto abbondante”, ed entrambe le ipotesi sono buone. La prima è presto confermata dalle costruzioni che sono state ristrutturate all’interno del sito, in quanto dimostrano che ogni edificio sia stato costruito in tre periodi differenti; la seconda è dimostrata dal fatto che i Maya erano ottimi coltivatori e dalla presenza quasi onnipresente del mais nelle decorazioni templari.
La visita guidata comincia con Il Tempio Dell’Indovino, o Casa del Nano, che ha una forma ovale. Alta 35 metri ed è divisa in due parti ovali sopra le quali si colloca il tempio.
Passando per il quadrato degli Uccelli, si arriva al Quadrato delle Monache, che venne così denominato dal frate Diego Lopez de Cogolludo, anche se in realtà si trattava di stanze per atti civili, forse una scuola. Tutto il complesso gode di un ottima acustica ed era originariamente dipinto in base alla posizione: il palazzo est era rosso come il sole che sorge, mentre quello ovest nero come il sole che scompare, il palazzo nord bianco come l’idea del freddo e il sud giallo come il colore del sole.
Gioco della Pelota qui é l’originale Maya: i cerchi sono ad un altezza minore in quando non si usava il bastone come facevano i Toltechi a Chichén Itzà e il campo aveva solo due platee.
Camminando attorno al Palazzo delle Tartarughe, si arriva al Palazzo del Governatore che è considerato l’edificio più bello di Edznà.
La Gran Piramide permette di vedere dall’alto tutto il sito, compresa la Piccionaia, il gruppo del Cimitero e la Casa della Vecchia.
Il sito è molto bello e arrivare per primi ti fa vivere appieno il complesso, che con la sua acustica e dimensioni ridotte ti fanno diventare parte attiva della città.
Al ritorno siamo passati per Merida, recuperato le valige, e ripartiti per Campeche.