Da Campeche a Palenque… Sei lunghe ore…

Questa mattina la sveglia è arrivata un pó più tardi del solito, ma non di molto, perché volevo visitare il museo dell’architettura Maya a Campeche, che si trova nel Baluarde de la Soledad. Prima dell’apertura eravamo già sull’attenti fuori dal portone, ma alle 835, ci hanno fatto entrare.


Il museo è costituito solo da tre sale, ma espone componenti di fregi e statue decorative di grande valore in ottimo stato di conservazione.

Dopo una veloce colazione ci siamo diretti alla stazione dell’Ado per prendere l’autobus per Palenque.

Il viaggio è durato bene sei ore. È stato lungo, ma il nostro autista a metà percorso ha pensato bene di fermarsi in un ristorante che prepara cibi caldi di strane fattezze.

Dopo una mezz’ ora di pausa siamo partiti e sono iniziati i controlli. Poco dopo la fermata di Emiliano Zapata (è proprio il nome del paese), ci hanno fermato ad un posto di blocco. Sono saliti due militari e dopo aver percorso tutta la corriera sono scesi e noi siamo ripartiti.

Appena entrati in Chiapas c’è un controllo doganale dove sono saliti in corriera altri due soldati e hanno voluto ispezionare anche i bagagli.

Il paesaggio che corre fuori dal finestrino è verdeggiante e rigoglioso. Piante di medio fusto si alzano indisturbate in un intricato tappeto verde.


Ogni tanto capita di sentire l’odore di bruciato proveniente dai campi, sia per rendere la terra fertile, sia per abbattere gli alberi.

Consiglio di fare questa tratta durante il giorno, nonostante molti preferiscano usufruire della notte per questo viaggio. Credo sia piacevole guardare i cambiamenti del paesaggio, e soprattutto perché sono zone molto povere.

Poi finalmente siamo arrivati a Palenque, che è un centro per nulla turistico, ma che mantiene proprio il tipico stile di vita messicano. Ci sono tante agenzie turistiche che organizzano i tour al sito archeologico e alle cascate di Agua Azul, ma le persone sono povere e trasandate.

Noi alloggiamo all’Hotel Xibalba, posizionato all’interno della zona hotelera, un’area verde creata solo per i turisti che hanno intenzione di visitare il sito archeologico.

Una cosa singolare è il letto; abbiamo prenotato una camera con due letti perché era un pó più spaziosa di quelle matrimoniali, ma i letti non si potranno mai avvicinare! Qui come a Holbox, il letto ha un basamento di cemento che si uniforma al pavimento.

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