Da Chetumal a Tulum… Con l’imprevisto!

Pensavamo di far bene a svegliarci alle 5.45 per prendere il bus Ado delle 7.00 da Chetumal, così da non perdere tutta la giornata… Ma abbiamo pensato male! Infatti dopo un’ora di tragitto il pullman della Ado, ha bruciato la frizione, e “disgraziatamente”, ci siamo trovati subito dopo Bacalar, nel bel mezzo del nulla, ad attendere un altro pullman. In questo dobbiamo ammettere che il servizio Ado è stato comunque molto soddisfacente. Infatti il nostro autista ha trovato posti a sedere per tutti i passeggeri nei bus che sono passati lungo la strada dopo di noi, e con un pó di pazienza e un’ora di ritardo siamo comunque arrivati a Tulum.  

Qui i prezzi cambiano, e abituati a non spendere più di 40 pesos per il taxi, siamo stati sorpresi da un bel 130, per arrivare all’albergo, che si trova sulla spiaggia. 

Questo è il famoso hotel prenotato all’ultimo minuto in aereoporto a Malpensa, con l’assistenza clienti di Booking, perché quello prenotato da me in precedenza ha chiuso. Rispecchia comunque le nostre richieste e in questo dobbiamo un plauso a Booking e alla gestione della situazione.

Appena arrivati abbiamo mangiato un tacos veloce nella Palapa in riva al mare e noleggiato un paio di biciclette per 150 pesos all’una. Ci siamo diretti subito alle rovine di Tulum che si possono raggiungere in taxi o con una biciclettata di 20 minuti circa. 

Purtroppo l’orario non era dei migliori perché tanti turisti approfittano delle ore pomeridiane per entrare nel sito e fare il bagno nella baia sottostante. Ma nonostante tutto abbiamo trovato Alonso, la guida tutto fare, che 20 anni fa è stato allontanato dal Tabasco per le sue idee politiche, e che, ogni scusa è buona per parlare di politica e soldi. 

Un personaggio esilarante che ci ha accompagnato attraverso le rovine raccontandoci gli edifici che ora rimangono visibili.

Si accede attraverso le mura in quanto questa città aveva fortificazioni murarie solo su tre lati, mentre il quarto era sicuro grazie a due  barriere naturali: la scogliera e la barriera corallina. Vi era solo un passaggio marittimo che permetteva di arrivare al piccolo porto che era indispensabile per il commercio, e che ora è luogo protetto in quanto le tartarughe di mare vengono a deporre le uova.

La visita prosegue attraverso una serie di edifici che erano utilizzati come abitazioni, che avevano una pianta rettangolare e una zona semiaperta che ricorda le moderne verande.

Poi, finalmente, si arriva al Castello, la struttura che tutti conoscono di questo sito archeologico, perche quella da cartolina. Il palazzo più grande che  è stato costruito almeno in due periodi diversi, e che riporta sulla facciata i due serpenti, ovvero Kululcan, come a Chichén Itzá.


Il resto del sito è costituito da vari tempi e piattaforme funerarie; queste ultime a dimostrare la vicinanza che i morti dovevo avere con la famiglia. Infatti a Tulum, venivano seppelliti nel patio dell’abitazione, coperti da una lastra di pietra. 

Il sito è veramente molto suggestivo proprio perché a ridosso del Mar dei Caraibi, anche se a livello storico e archeologico, non sono rimaste molte testimonianze.

Il tour si percorre in meno di ora, e volendo si può fare il bagno, ma il mio consiglio è quello di visitarlo al tramonto, per ammirare i giochi di luce che tanto erano ammirati dal popolo Maya, e che tanto davano forza e potenza alla elitte della città.

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