La sveglia è alle 4.30 e per questo abbiamo chiesto all’hotel di prepararci la colazione in box, ma molto gentilmente ci hanno concesso di farla 15 minuti prima del l’orario di apertura della sala.
Per cui alle 4.45, con grande prudenza, senza far rumore, ho aperto la porta del ristorante che aveva ancora le luci spente, ma che in realtà era già operativo! Una radio anni ’90 suonava già a tutto volume e il cuoco stava terminando di preparare la colazione.
Un caffè caldo veloce e via, direzione Vinicunca. Questa mattina è venuto a prenderci Juan Carlos, una guida esperta di trekking che la sera prima ci aveva fatto un piccolo breafing per verificare come stavamo e spiegarci come sarebbe andata la giornata.
Dall’hotel, quindi da Cusco si percorrono circa due ore di pulmino fino a Cusipata, da dove poi comincia quella che dai locali è definita “la strada del massaggio”, ovvero la strada non asfaltata che porta fino all’inizio del trekking, a 4626metri sopra il livello del mare.
Beh, vi assicuro che Adriel, il nostro autista, è veramente un tipo tutto d’un pezzo: costeggiare i precipizi o saltare sulla terra bagnata, sono le sue specialità. Ma vi assicuro che mi sentivo in buone mani.
La strada sterrata dura circa un ora e mezza e poi si arriva ad un grande parcheggio, servito di bagni, bancarelle e cavalli. Infatti ora per salire sulle montagne dei sette colori si può percorrere il tragitto a cavallo accompagnati da persone del luogo.
Un’ora e mezza senza fermarsi, due per le persone più normali di camminata impegnativa conducono sulla sommità di questa montagna che tocca i 5036 metri e da cui si vedono le Rainbow mountains.
La fatica è immane: l’ultimo pezzo è molto ripido e l’aria scarseggia di ossigeno, siamo oltre i 5000 metri e per fortuna un piccolo punto ristoro con acqua calda e foglia di coca, snack e cioccolato, serve a riprendere le forze per l’ultimo pezzo di strada. Qui non manca nemmeno il banchetto del signore che per 2 soles timbra il passaporto come ricordo della presenza sul vinicunca.
La vista è incredibile, dietro il ghiacciaio e davanti questa montagna dalla cresta dolce che mostra i diversi strati rocciosi creando un arcobaleno meraviglioso. Ci si sente impotenti davanti a contanta bellezza, e lo sguardo non smette di meravigliarsi perché a lato si trova la Montagna Rossa.
La fatica che si fa ad arrivare viene a scomparire quando si riesce a comprendere dove ci si trova. Affascinati da quello che Pacha Mama ci ha regalato.
Facciamo le solite foto di rito, con e senza alpaca e poi ci dirigiamo verso il rientro: prendiamo una strada diversa da quella dell’andata, più dolce e gradevole che ci porta a passeggiare tra la polvere rosa, i licheni verdi e gli alpacca al pascolo. Naturalmente il ritorno è molto meno faticoso, ma non meno bello.
Poi nuovamente un’ora e mezza di strada sterrata e finalmente il pranzo offerto in un ristorantino piccolo ma con dell’ottimo cibo (tra cui le fettuccine) nel primo paese che sta approfittando da solo un anno dell’ apertura di questo nuovo tragitto per le montagne.
Dovete infatti sapere che fino ad un anno fa per raggiungere la montagna bisognava fare un percorso diverso e di circa 4 ore. Ora, aperta la nuova strada, gli abitanti del luogo hanno cominciato ad organizzarsi e si vedono anche i primi problemi oltre ai miglioramenti di vita. Le case vengono sistemate in mattoni, i ragazzini hanno la moto, ma gli adulti spendono in alcol i soldi e finiscono fuori strada nel burrone che costeggia il fiume. (Cose vissute)
Dopo il pranzo un paio di ore di auto e siamo tornati in hotel, dove abbiamo preparato le valigie e ci siamo rilassati prima della cena.