Marrakech e in particolar modo, la colorata Medina, il profumo delle spezie e il sapore di cous cous, ti portano ad immergersi totalmente nella cultura locale, e per questo non resta che soggiornare in una delle strutture tipiche della zona, ovvero il Riad.
Il Riad consiste in un insieme di stanze su più piani e un cortile interno, spesso provvisto di fontane o vasche per l’acqua che possono essere state trasformate in piscine: per secoli, questo tipo di struttura è stata l’abitazione tradizionale marocchina, che ha le sue origini nella villa romana e nei giardini persiani.
La parola Riyad deriva dall’arabo “giardino”, “ricreazione”, “svago” e la maggiore diffusione di questo tipo di abitazione, ha origine araba-andalusa, sotto la dinastia degli Almoravidi, che unì la Spagna islamica e il Marocco creando un unico impero.
Inizialmente i Riad si trovavvano solo nella Medina, ovvero nella città vecchia, mentre oggi sono molto popolari tanto che alcuni sono diventati alberghi o ristoranti: le case restaurate o aperte al pubblico vengono ricostruite attorno al cortile. Solitamente sono a più piani, e completamente chiusi verso l’esterno, infatti tutte le stanze si affacciano sul cortile centrale per la tradizione e il rispetto della privacy: l’obiettivo della cultura marocchina è infatti massimizzare la privacy dal mondo esterno. Per questo motivo finestre e balconi guardano verso l’interno piuttosto che all’esterno; questo mantiene l’attenzione sul cortile come centro di tutte le attività della casa.
La casa marocchina non ha una facciata esterna particolarmente decorata, e si distingue dalle altre solo attraverso le porte. Il forte contrasto, tipico di questa struttura, sta proprio nel rapporto tra interno ed esterno: la strada pubblica, cupa e trascurata, e la dimora interna, ben tenuta. La porta esterna si apre su un piccolo salotto in cui gli ospiti possono essere ricevuti senza disturbare il resto della casa; da qui un corridoio li porterà in casa e poi al cortile. Il salotto solitamente ha un’illuminazione molto bassa così da avere un forte impatto con la luce del cortile.
Il cortile, quadrato o rettangolare, è disposto intorno ad una fontana o un bacino di acqua, simbolo di vita nelle terre desertiche, e quindi sacro: la forza vitale della casa. A volte nel giardino interno si trovano alberi da frutto autoctoni, agrumi, palme o gelsomino.
Le camere, chiamate Bâyts, dalla forma allungata, allineate al perimetro del cortile, sono dedicate ai saloni pubblici e alla sala da pranzo ed hanno passaggi ad arco che guardano sul cortile interno.
Le scale per accedere ai piani superiori sono tortuose ed illuminate con la luce di lampade posizionate solo negli angoli e portano al piano superiore dove si trovano le camere private. Il primo piano si sviluppa attorno a gallerie di colonnati aperti che permettono all’aria di circolare tra le camere che risultano fresche nonostante le temperature arabe.
I Riad sono decorati con figure geometriche, arabesche, zelige ( Ceramica, maiolica, levigata) e tadelakt (rivestimento murale a base di calce). Ampie superfici colorate di Tadelakt si contrappongono alla consueta complessità delle piastrelle geometriche, chiamate Zelige, mentre i pannelli di legno interni sono chiamati Mouchara bieh. La tradizione islamica impedisce la decorazione con forme di figure di divinità, e per questo è tutto decorato geometricamente.
Nelle case private spesso il tetto è utilizzato come terrazza per ammirare la Medina o per stendere il bucato; a volte anche per mantenere gli animali. Per le case trasformate in hotel, invece, spesso ci si trova una piscina o la zona solarium.