Giorno 9: “if you want anything, you can get it”

É arrivata la tempesta di neve, che nonostante l’allarmismo creato dai giornali italiani, non era altro che una bella nevicata. Questo però non ci ha impedito di muoverci, e quindi, siamo partiti in direzione Columbia University. La neve era già scesa copiosa, ma questo non ci ha impedito di entrare in un paio di edifici per farci tornare la voglia di studiare.

Attraversando il campus, si entra nel quartiere di Harlem, dove si trova anche una delle più famose chiese di questa zona di New York: The Cathedral Church of St. John the Divine. Per noi degli anni ’80, o per i cinefili più accaniti, è la famosissima chiesa di Sister Act 2.

Prendendo la metropolitana ci siamo poi spostati verso lo Yankee Stadium, altra tappa immancabile per riuscire a vedere anche il Bronx.

Causa neve, tutti gli spostamenti sono stati fatti in metro, e anche abbastanza frequentemente per evitare il congelamento. Per cui ci siamo recati a Columbus Circle, per spostarci a piedi solo fino al Lincoln Center, dove abbiamo visitato gli androni del teatro a tempo di record! (chiudevano dopo 10minuti).

Tutto è più bello coperto di neve, e quindi ci siamo diretti a Central Park, o per meglio dire nella zona di Strawberry Fields, dove si trova Immagine, la piazzetta commemorativa di Jhon Lenon.

Quando la neve era diventata abbondante, e camminare per strada difficoltoso, abbiamo deciso l’ultima tappa: Union Square. La piazza ci è servita come punto di partenza per raggiungere il Gramercy Park Hotel, un albergo aperto nel 1925, che ha saputo rinnovarsi e rimanere attuale e contemporaneo. Già dalla hall si comprende che non si tratta di un hotel standardizzato, infatti la reception è una semplice scrivania con un pc. Ma di questo posto stupendo, ve ne parlerò presto su TravelerDesigner, ora vi racconto solo che grazie ad una mia battuta attenta su una tela appesa nel bar, siamo riusciti a salire all’ultimo piano dell’hotel, dove è presente la seconda colazione privata di Warhol al mondo. È stata un’esperienza incredibile perché non mi era mai capitato di vedere tante opere, in una collezione privata, il tutto accentuato dallo splendido tetto che in estate si apre completamente rendendo tutto il piano una terrazza su Manhattan.

Dopo la splendida esperienza abbiamo optato per un ristorante in zona Financial District, Fraunces Tavern: una casa museo che al piano terra vede moltissime stanze arredate tutte in modo diverso, ma tutte a ricordare il periodo della guerra di indipendenza.

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