Uno dei modi per trarre ispirazione dalla cultura di un popolo è sicuramente approfittare delle mostre che celebrano la loro storia. A Verona, fino al 5 Marzo 2017, presso il Palazzo della Gran Guardia, si parla dei Maya: un’esposizione di oltre 300 opere, intitolata “Maya, il linguaggio della bellezza“, a cura di Antonio Aimi e Karina Romero Blanco, che racconta quello che negli ultimi anni è stato portato alla luce relativamente a questo popolo sviluppatosi tra il 750 a.C. e il 500 a.C. Da sempre riconosciuti come i più avanzati nel campo dell’arte, dell’astronomia e dell’architettura, furono coloro che meglio hanno saputo realizzare un sistema di scrittura nell’America precolombiana.
La mostra parte proprio dalle parole che sono state decifrate per raccontare l’aspetto più artistico dei Maya, come gli interventi sul corpo umano per renderlo più bello, gli abiti, i copricapi piumati e i gioielli; passando attraverso il rapporto con gli animali e la natura, per terminare con le divinità.
Uno degli elementi di maggior rilievo è il porta stendardi raffigurante Pakal, il più grande re di Palenque (Chiapas), che risale all’XI secolo. Pakal è una delle personalità più complicate della storia del popolo Maya, che viene ricordato per la decorazione della lastra di marmo posta a copertura del suo sarcofago che lo ritrae in posizione fetale all’interno di una vasca. Ruotando in modo orizzontale la lastra, la decorazione fa sembrare Pakal un moderno astronauta all’interno di una navicella, ma si tratta solo di un errore enorme che ha contribuito ad aumentare il mistero attorno a Palenque e al suo re.
Palenque è un sito archeologico che si sviluppa tra la giungla dove molti palazzi non sono ancora stati recuperati, ma sicuramente uno spunto per comprendere la magnificenza del luogo si può trovare nel blog Travelerintour, nella sezione che parla proprio della visita guidata al sito di Palenque.