L’ultimo giorno dell’anno ci siamo concessi un po’ più di relax per evitare di arrivare troppo stanchi a sera.
Prima di tutto, una passeggiata sul lato sud di Central Park fino ad arrivare al Plaza Hotel, dove siamo entrati per dare un occhiata ai negozi che si trovano nei piani sotterranei.
Girando sulla fifth av. ci si trova di fronte all’Apple store, che é per noi come un negozio di caramelle. Solo molto costose.
Capatina alla Nike Tower per non scontentare gli sportivi, e infine da Tiffany dove ho scelto l’anellino più costoso di tutto il terzo piano. Ora al 4 piano è possibile fare colazione, oltre che naturalmente sbirciare tra le vetrine dell’oggettistica per la casa.
Proseguendo lungo la 5′ ave, si incontra poi la Trump Tower, dove è possibile ammirare la favolosa cascata interna alta cinque piani.
Ancora più avanti si arriva al Rockfeller Center, dove la pista di pattinaggio su ghiaccio, posizionata sotto il famosissimo albero di Natale, fa tornare tutti bambini.
Dall’altra parte della strada, invece, Sacks, ha impostato tutte le vetrine sulla favola di Biancaneve e i Sette Nani: ogni vetrina racconta un pezzetto di storia e la facciata del palazzo è addobbata di luci che prendono vita e ballano a suon di musica.
Naturalmente non poteva mancare un giretto da Macy’s che nel periodo dei saldi, è affollatissimo. Vale la pena salire fino all’ultimo piano anche solo per vedere le famose scale mobili di legno.
Dopo un breve riposino in albergo, siamo tornati verso Central Park, dove avevamo cercato un ristorante giapponese che prepara il Ramen. Peccato che queste festività abbiano scombussolato un po’ le aperture, e il locale fosse chiuso. Dopo aver ripiegato su un cinese molto tradizionale, ci siamo diretti verso il parco.
Le strade attorno a Time Square erano già completamente chiuse gia dalle 2 del pomeriggio, e la fila per entrarvi infinita. il pensiero di stare tutte quell ore all’aperto non era concepibile: si resiste solo se vestiti con tessuti termici e anche per poche ore.
Verso il parco la situazione era migliore, in quanto l’unico impedimento era il passaggio dei controlli da parte della polizia. Passati quello, ci siamo diretti all’interno di Central Park, dove abbiamo atteso i fuochi. Il freddo era imbarazzante, ma abbiamo iniziato il nuovo anno a Central Park, tra la gente che ballava per scaldarsi e una coppia di Bresciani che si domandavano perché da buoni veneti non avessimo la bottiglia in mano! Buon anno!